Quando ad un bambino viene posta la diagnosi di autismo per i genitori si aprono scenari di forte preoccupazione, con la consapevolezza che questi bambini speciali vivono una condizione particolare fatta anche di limitazioni cognitive e soprattutto relazionali ma la diagnosi spesso è difficile da formulare.
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Cosa è l’Autismo
L’Autismo si presenta sotto molte forme diverse, con diversi gradi di gravità. I maschi ne sono colpiti più delle femmine in rapporto di 4 a 1 e consiste in un disturbo comportamentale che fa in modo che il bambino metta in atto comportamenti ripetitivi e limitati.
La relazione è molto limitata, i bambini autistici vivono in un mondo tutto loro, con loro ritmi che no possono essere modificati se non in modo molto parziale. Le femmine, rispetto ai maschietti, presentano spesso una minore quantità di sintomi rendendo ancora più difficoltosa la diagnosi.
I sintomi, come detto, possono essere molto vari, dalle forme più lievi in cui si riscontrano semplicemente difficoltà comunicative e relazionali di grado lieve, ritardi nell’eloquio, difficoltà di attenzione ma è facile anche confondere questi sintomi con altre problematiche di crescita e di disturbi comportamentali.
La Diagnosi attraverso l’analisi del movimento
La limitata entità dei sintomi nelle femmine che portano spesso a diagnosi errate, rischia di sottostimare l’incidenza dell’autismo nelle femmine e in parte anche nei maschi anche se il corredo sintomatologico consente sposo di arrivare più facilmente alla corretta diagnosi.
Attraverso una approfondita ricerca che ha coinvolto oltre 800 bambini autistici, si è proceduto a sottoporre a Risonanza Magnetica cerebrale i bambini coinvolti notando così che le differenze di carattere motorio tra i due generi corrispondevano anche a differenze nel funzionamento cerebrale.
Le più recenti ricerche sull’autismo hanno portato a capire che esiste una stretta correlazione tra caratteristiche comportamentali e motorie e la diagnosi di autismo.
Si è riscontrato che l’80% dei bambini autistici presenta anche particolari problemi di carattere motorio e questo apre nuove prospettive rispetto alla diagnosi corretta che va a tutto vantaggio dell’intervento precoce che aumenta le possibilità di ottenere risultati positivi.
La Tecnologia in aiuto alla diagnosi
Un nuovo studio recente condotto dall’Ircss Medea di Bosisio Parini, in Provincia di Lecco in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano e il Politecnico ha portato all’applicazione di una tecnologia innovativa chiamata GRAIL attraverso la quale si riesce a mappare le differenze motorie tra bambini autistici e non.
Il GRAIL è nato in realtà in Olanda ed è stato adottato per la prima volta in Italia proprio dall’Irccs Medea. Grazie ad un Tapis Roulant associato ad una realtà virtuale creata intorno al soggetto in esame, questa tecnologia permette di evidenziare un maggiore affaticamento della caviglia, una diversa postura dell’anca e del bacino durante la camminata nei bambini affetti da disturbi dello spettro autistico rispetto a bambini che non ne soffrono.
Anche altri studi mirano a stabilire dei punti fermi per giungere ad una corretta diagnosi di autismo, sia partendo da dati comportamentali che ricercando anomalie genetiche che potrebbero essere alla base di questo disturbo grave e preoccupante.
Autismo e Società
I bambini autistici hanno loro specifiche difficoltà a livello relazionale e comunicativo ma la loro condizione è migliorabile con un lungo e paziente lavoro da parte degli specialisti.
Affinché tutto questo difficile lavoro possa avere le maggiori possibilità di successo, è necessario che la società si faccia carico del problema di questi bambini agevolando la socializzazione, l’integrazione, mentre purtroppo troppo spesso si nota l’esatto contrario, la tendenza ad isolarli, emarginarli, inficiando ogni sforza fatto per migliorare la loro condizione.
E’ bella, ad esempio, l’iniziativa di cui abbiamo notizia di una famiglia di un ragazzo autistico che ha aperto un’edicola mettendo il ragazzo nella funzione di venditore, ovviamente supportato dai familiari, in modo da incrementare la comunicazione con le altre persone e la socializzazione.