
Vacanze accessibili: sono tantissime le persone che hanno quest’obiettivo per sé stesse o per un proprio caro. Nel momento in cui si parla di vacanze per disabili, è doveroso chiamare in causa alcuni consigli specifici. Nelle prossime righe di questo articolo, ne abbiamo elencati alcuni.
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L’importanza del tempo
Quando si parla di vacanze per disabili, non si può non chiamare in causa un consiglio tanto semplice quanto importante. Quale, di preciso? Il fatto di dedicare il giusto tempo alla ricerca della destinazione. Da diversi anni a questa parte, è possibile avere a che fare con portali dedicati alle vacanze accessibili. Sono fondamentali, ma nel momento in cui arriva l’ora di prenotare bisogna allargare lo sguardo.
Essenziale, per esempio, è informarsi non solo sulla struttura, ma anche sulle caratteristiche del centro urbano. Un indubbio vantaggio prevede la presenza di un corso principale alberato, ma anche di numerosi ristoranti o gelaterie con aree all’aperto.
Attenzione all’imprevisto
Quando si discute di vacanze accessibili, si parla, quasi sempre, di situazioni in cui sussiste la necessità di gestire la quotidianità di una persona in carrozzina. Per fare in modo che il soggiorno sia il più possibile confortevole, è bene farsi trovare pronti a qualsiasi imprevisto. Questo implica, per esempio, ricordarsi che, in alcuni casi, la sedia a rotelle principale può essere problematica da utilizzare. Il caso in questione, riguarda per esempio i percorsi sulla sabbia. In questi frangenti – e non solo – può rivelarsi utile ricorrere a carrozzine leggere (acquistarne una prima di partire è un’ottima idea per farsi trovare pronti a qualsiasi evenienza).
Il valore dell’aiuto
Premettendo il fatto che quando si parla di disabilità si apre un vero e proprio mondo, con casi molto diversi tra loro, è bene sottolineare che, in alcuni frangenti, è bene valutare la richiesta di un aiuto professionale. La gestione di una persona disabile può rivelarsi molto difficile nella quotidianità.
Quando quest’ultima viene perturbata – come nel caso della partenza per una vacanza – la situazione può rivelarsi ancora più ostica. Chi ha l’onere di occuparsi della quotidianità di un disabile, in questi frangenti è maggiormente esposto al rischio di sindrome del burnout. Ecco perché, se lo si ritiene opportuno, è bene valutare la possibilità di rivolgersi a un professionista per farsi aiutare durante il soggiorno. Questo implica il fatto di contattare un assistente domiciliare, i cui servizi possono essere richiesti sia per tutta la giornata, sia per una parte di essa.
Le attività di aggregazione
Torniamo un attimo ai consigli su come scegliere la località. Oltre che alle caratteristiche della struttura e del centro urbano, è bene fare attenzione anche ad altri aspetti, come per esempio la presenza, in loco, di realtà che organizzano attività aggregative. Questo può voler dire, per esempio, iscrivere il proprio caro disabile a uscite culturali accessibili. Grazie a questi momenti, avrà la possibilità non solo di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze, ma anche di interagire in maniera rilassata e informale con altre persone.
La preparazione psicologica
Come già accennato, la vacanza può rivelarsi, per una persona disabile, un momento tutto tranne che facile, un vero e proprio sconvolgimento della quotidianità e dei suoi ritmi. Ecco perché, nel momento in cui si progetta la partenza, è il caso di valutare una preparazione psicologica.
Se la persona è seguita da un professionista attivo in questo campo, è bene iniziare un po’ prima rispetto al periodo della partenza, in modo da permettere al disabile di mettere in primo piano tutti i suoi dubbi, le sue paure prima dell’effettiva necessità di affrontarle a livello pratico durante le ferie.