Il nuovo congedo di maternità: è giusto?

il nuovo congedo di maternità

La Maternità deve sempre essere tutelata, in discussione c’è la sicurezza di due vite, quella della Mamma e quella del nascituro. Molte leggi italiane sono orientate proprio verso il concetto di tutela delle future mamme e dei bambini, per proteggere un periodo delicato da chi, purtroppo anche senza scrupoli, può obbligare le donne a sacrifici per tenersi il lavoro. Oggi qualcosa è cambiato.

La nuova maternità

Tutti sappiamo come la futura Mamma sia tutelata nella maternità attraverso l’astensione Obbligatoria dal lavoro nei due mesi che precedono la data presunta del parto e nei tre mesi successivi.

L’obbligo è stato posto proprio per la maggior tutela possibile, affinché una volontarietà non fosse precisamente tale ma dettata da un ricatto del datore di lavoro nei confronti della donna.

Siamo convinti della correttezza e dell’onestà della stragrande maggioranza degli imprenditori ma anche uno solo scorretto che costringe una donna a restare al lavoro fino all’ultimo momento sarebbe già troppo.

Questa tutela imposta dalla legge oggi è stata superata, almeno in parte. La nuova normativa entrata in vigore con l’inizio del 2019 detta regole diverse.

Le novità sulla maternità

La nuova legge prevede la facoltà della donna di rinunciare all’astensione obbligatoria precedente il parto per accorpare tutto dopo la nascita del bambino. Questo significa che una donna resterebbe al suo posto di lavoro fino alle doglie e si assenterebbe dal lavoro fino al quinto mese del bambino.

Va detto che questo è comunque una possibilità che la donna ha, non un obbligo, quindi la tutela del diritto resta invariata ma si innesterebbe comunque un elemento di ricattabilità della donna da parte di datori senza scrupoli.

Le nuova norma, in realtà, non lascia totalmente alla donna la libertà di scegliere se continuare a lavorare fino all’ultimo momento: Per fare questo occorre sempre una autorizzazione medica che attesti la possibilità della futura mamma di proseguire il lavoro.

L’opinione dei Ginecologi

La Gravidanza non è una malattia ma un fatto fisiologico ma piuttosto particolare. Sul punto dell’autorizzazione e comunque dell’opportunità per la donna di continuare il lavoro rinunciando al periodo pre-parto, i Ginecologi sono piuttosto scettici.

Il primo dubbio è proprio relativo alle modificazioni fisiologiche che avvengono nella donna nella gravidanza avanzata. L’aumento del peso, il bambino che spesso poggia sul nervo sciatico provocando mal di schiena, il bisogno di urinare spesso, l’impegno complessivo fisico e psicologico della futura mamma sono tutti elementi che dovrebbero far propendere per un periodo di riposo prima del parto.

In merito alla certificazione/autorizzazione del medico, si sa che l’ultimo periodo di gravidanza può portare a rischi di nascita prematura e altri problemi non prevedibili. Come può un medico certificare che non accadrà nulla e che la continuazione del lavoro non comporterà alcun problema?

Continuare a lavorare fino al termine della gravidanza significa anche mettere impedimenti o ostacoli alla frequenza di corsi pre-parto che sono, invece, importanti sia per le future mamme che per i futuri papà.

Non bisogna prendere alla leggera tutti questi aspetti che rappresentano anche per i medici un problema nel determinare il nulla osta alla continuazione del lavoro.

Come prendere una decisione

Almeno fino ad un certo punto la decisione se rinunciare all’astensione pre-parto per recuperarla in seguito, è della donna che, in caso contrario ha tutto il diritto all’astensione come prevista in precedenza.

La volontà della donna, confidando che sia realmente tale e non un tentativo di coercizione, si deve misurare con quella che è l’opinione del medico che, se ravvisa rischi per il tipo di attività lavorativa o per le caratteristiche e l’andamento della gravidanza, anche di fronte alla volontà della mamma non rilascerà l’autorizzazione.

C’è da aspettarsi che le mancate autorizzazioni saranno tante, dal momento che per un medico firmare una tale autorizzazione è un’assunzione pesante di responsabilità nel caso in cui poi in questo periodo accada qualcosa.

Alle donne il consiglio di pensarci bene e comunque mettersi nelle mani dei medici che valuteranno in modo obiettivo nel primo interesse di future mamme e bambini.