Sempre più spesso oggi si sente parlare di fecondazione assistita, ovvero uno dei metodi per concepire nel caso in cui la coppia abbia problemi di fertilità.
Bisogna però sottolineare che vi sono numerose tecniche di fecondazione assistita che aiutano una donna a rimanere incinta senza ricorrere all’atto sessuale; nello specifico si parla di fecondazione omologa (inseminazione di spermatozoi ed ovuli della coppia) e fecondazione eterologa (inseminazione di spermatozoi ed ovuli da parte di donatori estranei alla coppia).
Ad oggi, purtroppo, vi è ancora molta confusione in merito a questo tema delicato, ecco perché abbiamo deciso di ideare questo post al fine di fare un po’ di chiarezza.
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Che cos’è la fecondazione assistita
È conosciuta anche come fecondazione artificiale ed è l’insieme delle procedure mediche attraverso le quale si aiuta una coppia, che non riesce ad avere figli spontaneamente, a procreare.
Ecco perché si parla più precisamente di procreazione medicalmente assistita in quanto il concepimento avviene con delle tecniche che prescindono dal rapporto sessuale della coppia.
I procedimenti per farlo sono diversi ma tra quelli più diffusi c’è la Fivet, fecondazione assistita in vitro, che consiste nell’inseminazione in vitro dell’ovulo e nel successivo impianto dell’embrione nell’utero materno.
Fecondazione assistita: i metodi più utilizzati oggi
La Fivet è solo uno dei metodi usati per la procreazione assistita.
Introdotta per la prima volta negli anni Sessanta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge, oggi è una delle tecniche proposte in particolare alle donne che hanno già effettuato diverse inseminazioni senza successo o hanno una sterilità severa delle tube di Falloppio o nei casi in cui sia l’uomo ad avere problemi di produzione e normale funzionamento degli spermatozoi.
L’altra tecnica è la detta Icsi, ossia iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi; è una alternativa alla Fivet e consiste nell’inserimento di un singolo spermatozoo nell’ovocita maturo.
È indicata generalmente nei casi di bassa motilità degli spermatozoi o compromissione della loro morfologia o del loro numero.
Quando viene effettuata la fecondazione assistita
Nonostante alcune coppie abbiamo il desiderio di avere un figlio e abbiano rapporti regolari da almeno un anno, può capitare che la gravidanza non arrivi.
Alcuni ricorrono alla fecondazione assistita a causa di problemi di sterilità della coppia o di infertilità di uno dei due partner.
Prima però di procedere alla fecondazione assistita, la coppia deve sottoporsi a una serie di analisi per verificare la fertilità di entrambi, quindi si comincia con la stimolazione ovarica, si favorisce lo sviluppo dell’ovocita e si prelevano gli ovuli.
Nel frattempo, si raccoglie lo sperma che sarà utilizzato per fecondare l’ovulo.
L’ultimo passaggio è il trasferimento dell’embrione nell’utero.
Fecondazione omologa ed eterologa
Come abbiamo affermato precedentemente, bisogna fare una distinzione importante tra fecondazione omologa ed eterologa.
La prima prevede l’impianto di uno o più embrioni nell’utero della donna, derivanti da gameti (ossia ovocita e spermatozoo) appartenenti alla coppia richiedente; in sostanza madre e padre biologici, coincidono con madre e padre genetici.
La fecondazione eterologa, invece, deve ricorrere a gameti di donatori esterni nel caso in cui l’infertilità di uno o di entrambi i membri della coppia impedisca il prelievo, o in presenza di una malattia genetica che si vuole evitare di trasmettere al bambino.
In Italia la procreazione medicalmente assistita è regolata dalla legge 40 del 2004; inizialmente era vietato il ricorso alla fecondazione eterologa ma nel 2014 il divieto è stato giudicato incostituzionale ed è quindi decaduto (tuttavia, il ricorso a questa tecnica è consentito soltanto a coppie di sesso diverso).
Omologa o eterologa, quali sono i casi in cui vengono praticate?
Non c’è una risposta univoca per tutti i casi perché tante sono le variabili come, per esempio, la causa di infertilità, l’età della donna, i tentativi pregressi.
In linea di massima la fecondazione omologa è praticata in tutti i casi di infertilità maschile moderata o lieve, di disfunzioni sessuali o ovulatorie.
Si opta per quella eterologa per comprovata sterilità permanente, nel caso in cui l’omologa non abbia funzionato o nelle donne che hanno disturbi ormonali e non rispondono alla stimolazione ormonale o per gli uomini che presentino alterazioni dei parametri seminali.