
Lavorare in smart working può rivelarsi comodo e gratificante. Non a caso, cessata l’emergenza del Covid, diverse aziende hanno scelto di mantenere questa modalità di gestione del lavoro che, per molti dipendenti, rappresenta un fattore in grado di incentivare la serenità e, di riflesso, la produttività.
Quando si comincia a lavorare in smart working, è innegabile la necessità di un cambiamento che investe diversi aspetti della vita. Per gestirlo nel modo giusto è opportuno, come in tanti casi, partire dalla consapevolezza degli errori da evitare.
Nelle prossime righe, ne abbiamo raccolti cinque che, a lungo andare, possono impattare in maniera negativa sulla qualità del lavoro.
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Non separare gli spazi dedicati al lavoro online da quelli della vita privata
Una delle maggiori preoccupazioni che si affacciano alla mente quando si comincia a lavorare in smart working riguarda il rischio di non riuscire a dividere in maniera sana i momenti dedicati alla professione da quelli che, invece, sono incentrati sulla vita personale.
Si tratta di un problema concreto, vissuto, per esempio, anche dai liberi professionisti.
No, il fatto di avere un lavoro che si ama non è una scusante. Non mettere in primo piano dei confini, infatti, è il miglior modo per lasciare la porta aperta al burnout.
Come evitare tutto ciò? Partendo dalla gestione dello spazio. Certo, non tutti hanno la possibilità di dedicare allo smart working una stanza intera della casa.
Quando ciò non è possibile, si possono mettere in atto alcuni espedienti creativi semplici ma efficaci. Qualche esempio? Posizionare un tappeto sotto la scrivania, in modo da concretizzare quella separazione anche solo di natura “psicologica” che aiuta tanto (si tratta di una scelta molto comune nei casi in cui si allestisce l’angolo smart working nella zona living).
Con poche decine di euro, inoltre, si possono creare delle librerie componibili meravigliose, realizzate con cubi aperti che, a loro volta, possono essere utilizzati per riporre oggetti utili nel proprio lavoro quotidiano.
Posizionarne una di fianco alla propria scrivania è un altro modo utile per crearsi uno spazio che, seppur piccolo, è comunque sinonimo di concentrazione e focus sugli obiettivi.
Non prendere in considerazione gli effetti sulla pelle
Quando si inizia a lavorare in smart working e, di riflesso, a passare più tempo davanti allo schermo – per rendersene conto, basta pensare alle call, momenti che, nel lavoro d’ufficio, sono all’insegna dell’interazione fisica – è doveroso prendere in considerazione gli effetti di questo cambiamento sulla pelle.
La luce blu emessa dai dispositivi, seppur in misura minima, in quanto i danni maggiori arrivano da quella legata allo spettro solare, contribuisce all’ossidazione delle cellule della pelle e all’insorgere precoce dei segni di invecchiamento.
In virtù di ciò, è bene non trascurare la skincare e utilizzare prodotti specifici a seconda delle aree del viso. Non si può pensare di usare la stessa crema per la fronte e per il contorno occhi.
Questa zona, particolarmente delicata in quanto poco vascolarizzata e caratterizzata da una cute molto sottile, se non trattata adeguatamente palesa prima di altre i segni del tempo che passa.
Costanza e utilizzo di prodotti delicati ma con ingredienti efficaci – l’emulgel Crio Age Eyes, con la sua composizione a base di mentolo, estratto di uva rossa, vitamina E e olio di mais è uno dei prodotti più apprezzati del momento per la zona perioculare, distinguendosi anche per un’ottima versatilità – sono le chiavi per evitare di guardarsi allo specchio e di notare il fastidioso sguardo stanco da computer.
Non dare dei limiti alle persone con cui si divide la quotidianità
Anche se lo smart working non è una novità per le famiglie, sono ancora tante le persone che, purtroppo, pensano che chi lavora da casa sia costantemente disponibile.
Nel momento in cui si dà inizio a questa parentesi della propria vita, è bene parlare chiaro con le persone con cui si divide la quotidianità, specificando che, per un determinato numero di ore della giornata, non si è disponibili per piccole mansioni domestiche come la spesa e la passeggiata del cane.
Trascurare l’esercizio fisico
Chi ha detto che in smart working non si possa fare esercizio fisico? Ogni due ore massimo, alzati dalla sedia e cammina per la stanza. Abbi cura di fare passi che coinvolgano ogni centimetro quadrato dell’arco plantare, aspetto che ha grandi vantaggi per la qualità della circolazione.
Investi in una cyclette – quelle basiche costano poco più di 100/150 euro – e inizia la giornata con una bella pedalata. Il corpo umano è fatto per muoversi e dopo essere stato attivo è molto più lucido!
Non togliere le notifiche
Il fatto di lavorare da casa non vuol dire essere disponibili per tutti. L’amico che ha un problema di cuore e che scrive su WhatsApp potrà essere ascoltato con maggior dedizione una volta terminate le task di lavoro.
Togli le notifiche, ne guadagnerai in concentrazione. Chi avrà davvero bisogno di te potrà, eventualmente, contattarti telefonicamente.