
Chi fuma, spesso o quasi in tutti i casi è perfettamente consapevole della nocività di questo vizio. Per questo, sapendo i rischi per la salute e la difficoltà a smettere, quando un genitore fumatore o no, scopre che il, proprio figlio ha iniziato a consumere sigarette ne è dispiaciuto e preoccupato. Il fenomeno del fumo nei giovanissimi è in preoccupante incremento.
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Il fenomeno del fumo
Da molti anni è in corso una battaglia contro il fumo. Tutti ricordiamo la legge con cui l’allora Ministro della Salute Sirchia ha introdotto divieti di fumo nei locali pubblici e sanzioni per i trasgressori.
Da quella legge certamente si è ottenuto un abbattimento dell’esposizione al fumo passivo, dannoso quanto quello attivo, nei cinema, nei treni, nei ristoranti e nelle discoteche, solo per citare alcuni ambiti, cui si aggiungono tutti gli uffici pubblici.
Meno sensibile la riduzione del numero di fumatori anche se anche in questo senso c’è stato un miglioramento: la gente continua a fumare, anche in barba ai messaggi dissuasori sui pacchetti di sigarette che sono più funzionali alla tutela legale delle aziende del tabacco che alla riduzione dei fumatori.
Piacerebbe avere una qualche statistica relativa al numero di persone che hanno smesso di fumare dopo aver visto il messaggio allarmante sul pacchetto di sigarette. Non sappiamo se questo dato esiste ma la sensazione è che la risposta sarebbe molto approssimata a zero.
Il fumo nei giovani
Parecchio preoccupante è il dato sul numero di giovanissimi che fumano e ancora di più lo è il dato sulla precocità del fenomeno. Secondo dati recenti, l’età in cui si inizia a fumare è in riduzione, moltissimi i giovanissimi, potremmo dire ancora bambini, a 10/13 anni.
Come fanno se anche i distributori automatici negano l’acquisto senza la tessera sanitaria che provi la maggiore età dell’acquirente? Forse in questo c’è una leggerezza di alcuni tabaccai ma sono pochi quelli che vendono sigarette ai minori, sono forti i rischi di pesanti sanzioni, anche con la sospensione della licenza, ai trasgressori.
Non è difficile, in fondo, chiedere e ottenere la complicità di un maggiorenne che si presti a fornire il codice fiscale che permette l’acquisto dal distributore oppure maggiorenni che forniscono alcune sigarette ai ragazzini.
Le sigarette elettroniche
L’avvento della sigaretta elettronica ha portato alla convinzione che questo tipo di fumo sia innocuo. Un errore: nei liquidi per le sigarette elettroniche si trova comunque una percentuale di nicotina e molte altre sostanze sulla cui nocività si stanno ancora svolgendo studi e ricerche.
Sarebbe stupido e ingannevole negare che la nocività delle sigarette elettroniche sia la stessa delle sigarette tradizionali. Certo la nocività è inferiore ma non si può dire che non faccia male. Il concetto dell’innocuità della sigaretta elettronica sta portando sempre più giovani ad accostarsi al fumo, anche se solo svapo.
Da qui a passare alle sigarette tradizionali è un passo breve che tanti giovanissimi compiono. Negli ultimi 4 anni la diffusione della sigaretta elettronica, specialmente tra i giovanissimi, ha quasi pareggiato quella della sigaretta comune e i fumatori abituali sono quasi raddoppiati.
Il Tabacco riscaldato
Una via di mezzo tra la sigaretta elettronica e quella comune è costituita da nuovi apparati che utilizzano il comune tabacco ma invece di procedere alla sua combustione genera il fumo solo riscaldandolo.
Non c’è dubbio che la maggior parte delle sostanze nocive che si sviluppano nel fumo di sigaretta derivano dalla combustione della carta e del tabacco ma anche solo il riscaldamento di quest’ultimo per generare il fumo libera sostanze nocive che vengono inspirate dal giovanissimo.
Questi nuovi apparecchi in Italia per il momento sono diffusi quasi esclusivamente tra adulti ma in altri Paesi si stanno diffondendo largamente anche tra i giovani e c’è da aspettarsi che la stessa tendenza possa realizzarsi anche nel nostro Paese.