La chirurgia estetica sta vedendo, da diversi anni ormai, i suoi numeri crescere tantissimo. La pandemia ha rappresentato un fattore in grado di arrestare per breve tempo la voglia di migliorare il proprio fisico e il volto. Oggi come oggi, infatti, sono sempre di più le persone che decidono di stanziare parte delle proprie entrate a interventi di chirurgia estetica.
Tra i più richiesti, al pari della liposuzione, compare la mastoplastica additiva. Il successo di questo intervento al seno è facilmente comprensibile: un décolleté poco sviluppato può essere motivo di forte disagio psicologico e impattare sull’autostima.
Nonostante i numeri in crescita, quando si parla di mastoplastica additiva sono ancora tante le donne che si approcciano all’intervento con delle convinzioni errate. Si tratta di falsi miti che è bene sfatare per mettere in primo piano una corretta informazione su un intervento chirurgico popolarissimo e ormai di routine.
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Le protesi vanno cambiate ogni dieci anni
Se la paziente vuole cambiare gli impianti inseriti nel corso dell’intervento, può farlo senza problemi. Non si tratta, però, di un’indicazione stringente. Come mai? Per un motivo semplicissimo: le protesi sono fatte con materiali potenzialmente in grado di durare in eterno. Certo, ci sono situazioni in cui la sostituzione delle protesi può rivelarsi un’opzione molto probabile, ma per via dei cambiamenti riguardanti il fisico della donna. Questo è il caso, per esempio, delle donne che si sottopongono a un intervento di aumento di volume del seno in giovane età – 25/30 anni – e, nel corso del tempo, vanno incontro a mutamenti relativi al peso e all’elasticità della pelle dovuti per esempio alle gravidanze.
Nelle situazioni in cui, invece, a sottoporsi all’intervento è una donna di età più avanzata, che ha già avuto delle gravidanze e il cui peso non è destinato ad andare incontro a mutamenti rilevanti, è meno probabile la sostituzione della protesi.
Le cicatrici post intervento si vedono tanto
Assolutamente no! Da diversi anni ormai, le tecniche chirurgiche sono state perfezionate e, al giorno d’oggi, prevedono l’esecuzione di incisioni di lunghezza minima. Inoltre, gli accessi chirurgici sono in zone del corpo non immediatamente visibili. Si tratta del solco dell’ascella, di quello sottomammario e dell’area attorno all’areola del capezzolo (in questo caso, pur essendo una parte del corpo visibile, la discontinuità cromatica tra areola e pelle della mammella permette di mascherare la cicatrice).
Dopo l’intervento non si può allattare
Anche in questo caso, si parla di un luogo comune. Le tecniche oggi utilizzate per la mastoplastica additiva rispettano la naturale anatomia della mammella e non prevedono la compromissione dei dotti galattofori.
Le protesi scoppiano in aereo
Questa fastidiosa conseguenza poteva essere un rischio diversi decenni fa. L’eccellenza tecnica delle protesi oggi prodotte, ha totalmente eliminato questo problema.
Con le protesi al seno non si possono effettuare mammografia ed ecografia
Sfatare questo luogo comune è particolarmente importante in quanto, nonostante gli innegabili progressi fatti dalla ricerca, il cancro al seno uccide ogni anno tantissime donne. La diagnosi precoce salva la vita. Per farla, è necessario ricorrere a esami come la mammografia e l’ecografia (spetta allo specialista indicare la procedura giusta per la singola donna).
La presenza di protesi mammarie non rappresenta un fattore impediente per quanto riguarda la visibilità dei tessuti. Alla luce di ciò, è bene approcciarsi ai sopra citati esami senza preoccupazioni e seguendo le indicazioni relative ai tempi di esecuzione fornite dal senologo di fiducia.
Il seno rifatto si nota subito
Non è affatto vero! Grazie a tecniche come la Dual Plane, le protesi sono in parte coperte dal muscolo grande pettorale. In virtù di ciò, l’effetto al tatto è assolutamente naturale. Inoltre, grazie alle protesi a goccia o anatomiche è possibile apprezzare una resa visiva che non ha nulla da invidiare a un seno naturale. Per amor di precisione, è il caso di ricordare che, su pazienti molto magre, possono concretizzarsi delle eccezioni legate in particolare alla visibilità della protesi.