Malattia di Lyme: diagnosi, sintomi e come curarla

malattia di lyme
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Tra le patologie di origine batterica che possono colpire la cute e, talvolta, gli organi interni, vi è la malattia di Lyme, una vera e propria infezione provocata da un batterio chiamato Borrelia burgdorferi che si ritrova in animali come cervi e topi. Appartenente al gruppo delle antropozoonosi, ovvero all’insieme di patologie che si possono trasmettere dall’animale all’uomo, nel caso della malattia di Lyme la trasmissione è mediata dalle zecche Ixodes, che quando mordono un animale infetto possono a loro volta infettarsi e, succhiando sangue da una persona, portarla a contrarre la patologia. Trattandosi di piccoli parassiti difficili da vedere, che solitamente vivono nascosti nell’erba o tra gli arbusti e delle dimensioni non più grandi di un seme, il rischio di ritrovarsene una addosso è piuttosto alto tanto che la malattia di Lyme è considerata, dopo l’Aids, quella che si diffonde più rapidamente. Da segnalare che la borelliosi, altro nome che la identifica, può essere contratta anche dagli animali morsi dalle zecche infettate dal batterio.

I sintomi della malattia di Lyme

Ma quali sono i primi sintomi della malattia di Lyme? il primo segnale, che consente al medico di formulare una diagnosi, è sicuramente un’eruzione cutanea ben visibile e dalla forma particolare, a bersaglio, anche se non si manifesta in tutti i casi e dunque occorre prestare attenzione anche agli altri segnali ovvero mal di testa, febbre, dolori diffusi, stanchezza e anemia, collo rigido ma anche irritabilità, perdita di memoria o di concentrazione, alterazioni dell’uomre. non intervenire rapidamente può avere conseguenze spiacevoli in quanto spesso questa patologia intacca non soltanto la cute ma anche articolazioni, organi interni e sistema nervoso. Chiamata anche Malattia di lymeGlobalmente è ad oggi ritenuta la patologia umana più frequentemente trasmessa dalle zecche nota sin dal 1910 quando ne vennero descritti i primi sintomi. Nel 1975 si verificò una vera e propria epidemia di malattia di Lyme, scoppiata nel comune di Old Lyme, che diede il nome alla patologia. Oggi è diffusa, seppur in forma endemica, in diversi paesi al mondo come Australia, Europa, Canada e Giappone, oltre che negli Stati Uniti dove si registrano più di 15mila casi ogni anno. Tornando alla macchia, essa si estende nell’arco di alcune settimane, assumendo la forma circolare o ovale ma in alcuni casi anche triangolare; il rischio, se non si tratta la malattia nel modo migliore, è che il paziente riporti anche danni gravi, come lesioni al sistema nervoso o alla pelle.

La malattia di Lyme in Italia, il primo caso

Per quanto riguarda l’Italia, nel 1983 è stato registrato il primo caso clinico di malattia di Lyme: è accaduto a Genova ma il germe responsabile è stato isolato quattro anni dopo a Trieste. Oggi questa patologia è maggiormente diffusa nelle regioni del nord ed in particolare in Trentino Alto Adige, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, meno nelle isole e nelle regioni centro-meridionali. Le persone più a rischio sono quelle che vivono e lavorano a stretto contatto con la natura, dalle guardie venatorie agli allevatori, dagli escursionisti a chi trascorre molto tempo nelle vicinanze della fauna selvatica. Se la zecca rimane adesa alla cuta per più di un giorno intero, trasmetterà la Borrelia attraverso i suoi continui morsi. Seguirà un periodo di incubazione compreso tra quattro e venticinque giorni.

Come comportarsi dopo la puntura di una zecca

Capire come intervenire nel caso di puntura di una zecca è importante, per scongiurare il rischio di contrarre la malattia di Lyme. Per staccarla occorre utilizzare una pinzetta da avvicinare alla cute per poi afferrare la zecca e, con estrema delicatezza, tirare verso l’alto per estrarla completamente. Non bisogna assolutamente schiacciarla e nemmeno utilizzare calore o vaselina. Subito dopo averla rimossa bisognerà utilizzare un antisettico per disinfettare cute e pinzetta mentre nel corso del mese successiivo alla puntura bisognerà controllare scrupolosamente la zona colpita per verificare che non compaia alcuna chiazza rossastra o gli altri sintomi correlati all’insorgenza della malattia di Lyme.