Sindrome dell’X fragile: cos’è, sintomi e possibili trattamenti

Sindrome dell'X fragile
Sindrome dell'X fragile

Con il nome di Sindrome dell’X fragile si fa riferimento ad una malattia genetica rara considerata la più frequente causa di ritardo mentale ereditario lieve-grave. Alla FXS possono essere associati disturbi comportamentali oltre a segni fisici caratteristici: le ragioni sono legate ad una mutazione dinamica collegata alla progressiva espansione delle triplette (CGG)n ubicate nella regione non codificante all’estremità 5′ del gene FMR1 nel Xq27.3. Colpisce una peersona ogni 5000 in media, con sintomi che, nel caso dei maschi, si presentano sin dall’infanzia. Nella fattispecie la sindrome dell’X fragile è considerata un’alterazione legata al cromosoma X con sintomi osservabili sia nei maschi portatori nella loro totalità, sia nel 35% delle femmine portatrici con una modalità di trasmissione nota come semidominante legata all’X oppure dominante legata all’X con penetranza ridotta.

Sintomi della sindrome dell’X fragile

Ciò che si nota nei bimbi affetti da Sindrome dell’X Fragile è un evidente ritardo nell’acquisizione della varie tappe dello sviluppo; un vero e proprio deficit cognitivo la cui gravità è però variabile di soggetto in soggetto. Tra i sintomi ad essa collegati vi sono disturbi della memoria a breve termine ma anche del linguaggio, delle funzioni esecutive e delle abilità visuo-spaziali e matematiche. Tra i disturbi del comportamento possono essere osservati ansia ed instabilità dell’umore o, in casi più gravi, autismo e comportamenti aggressivi. Quando i comportamenti sono simil-autistici è possibile che il soggetto morda le mani, eviti lo sguardo fisso, batta le mani. Anche difensiva tattile, fobia sociale e lo scarso contatto sociale sono sintomi legati alla sindrome dell’X fragile, così come il lieve dismorfismo ed il macrorchidismo nei maschi in età post-puberale. Per quanto riguarda le femmine, vengono solitamente riscontrati lievi disturbi comportamentali e cognitivi: tra questi vi sono ansia sociale, timidezza, disturbi dell’apprendimento. Da segnalare la presenza del disturbo da deficit di attenzione/iperattività nell’89% dei maschi e nel 30% delle femmine. Infine si può riscontrare la presenza di crisi epilettiche, nel 20% dei casi, di otiti nel 60% o di disinibizione del comportamento. Tra i segni fisici invece troviamo iperelassità delle dita delle mani e delle articolazioni, macroorchidismo, piedi piatti, prominenza delle orecchie e della fronte, faccia stretta e allungata.

Diagnosi clinica dell’X fragile

E’ possibile effettuare una diagnosi prenatale attraverso ibridazione con Southern blot sui villi coriali o sul liquido amniotico. Negli altri casi non si tratta di una diagnosi basata sul quadro clinico dal momento che spesso i segni fisici possono essere molto lievi o addirittura assenti. E’ altresì basata sull’analisi genetica di FMR1 che viene eseguita sui pazienti con autismo o deficit cognitivo. E’ possibile effettuare anche una diagnosi differenziale correlata ad una serie di deficit cognitivi legati all’X, alle sindromi da microdelezione, alla sindrome di Sotos, all’autismo idiopatico e alla sindrome feto-alcolica.

Cura e trattamenti

Purtroppo non è ad oggi disponibile una cura specifica per la sindrome dell’X fragile e chi è affetto da questa patologia dovrà convivere con i suoi sintomi per l’intera vita. Vi sono però trattamenti e terapie di supporto che consentono di alleviare la sintomatologia rendendo la vita quotidiana più semplice. Dalla terapia del linguaggio nota come logoterapia alla terapia comportamentale, dalla terapia di integrazione sensoriale all’educazione speciale per pazienti disabili, fino alla consulenza genetica periodica si rivelano preziose per i pazienti con la sindrome dell’X fragile. Tra i farmaci che possono risultare utili vi sono, a seconda dei casi, antipsicotici, anticonvulsivanti, stimolanti ed inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.