
Con il nome di sindrome dell’occhio secco si fa riferimento ad una condizione causata dalla disidratazione cronica della cornea e della congiuntiva. Il risultato è un’irritazione con una serie di sintomi che possono risultare estremamente fastidiosi. Questa patologia è collegata, solitamente, ad un’alterazione del film lacrimale che lubrifica e protegge l’occhio ricoprendolo. Si può riconoscere la sindrome dell’occhio secco a causa di prurito ed irritazione, accompagnati da una sensazione di corpo estraneo all’interno dell’occhio. Anche la fotofobia, ovvero il fastidio alla luce, può rappresentare un segnale dell’insorgenza di questa patologia. Nei casi considerati più gravi invece l’occhio, a causa del movimento palpebrale, è sottoposto ad un maggior attrito ed aumenta il rischio di infezioni o il rischio di comparsa di lesioni alle strutture esterne dell’occhio con conseguenti infezioni, ulcerazione, cicatrizzazione e neovascolarizzazione.
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Sintomi comuni della sindrome dell’occhio secco
Sono diversi i sintomi ed i segni più comuni che permettono di riconoscere la sindrome dell’occhio secco. Si va dall’affaticamento al dolore oculare, dal bruciore agli occhi alla fotofobia, dagli occhi arrossati alla lacrimazione; tra gli altri sintomi rilevati vi sono inoltre prurito, secchezza oculare, opacità corneale, secrezione oculare e visione offuscata. Inoltre la sindrome dell’occhio secco può insorgere in conseguenza di patologie sistemiche quali il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide, la sindrome di Sjogren. Si tratta di un disturbo che spesso può comparire a seguito dell’atrofizzazione delle ghiandole lacrimali, dunque in età avanzata ma anche nelle donne in menopausa, a seguito dei nuovi equilibri ormonali. A rischio anche chi utilizza con regolarità le lenti a contatto o i colliri ma anche una serie di farmaci sistemici quali ansiolitici, antistaminici, sonniferi, antipertensivi. Tra gli altri sintomi da segnalare, vi sono la possibile comparsa di muco attorno l’occhio o al suo interno, la difficoltà nell’aprire le palpebre al risveglio, l’iperemia oculare (ovvero gli occhi rossi), ed una serie di altri disturbi che, in seguito a particolari condizioni ambientali (dal vento al caldo, dalla forte presenza di fumo o polvere, di aria condizionata o di riscaldamento) o a sforzi visivi, si intensificano. Si tratta, in ogni caso, di sintomi tipici ma non esclusivi di questo disturbo.
Lenti a contatto, male up e menopausa
La condizione dell’occhio secco insorge in un gran numero di donne in età pre-menopausale o nel corso della menopausa, con il 45% di donne che lamentano i sintomi caratteristici della patologia. Anche il maggior uso di lento a contatto nella popolazione femminile, o il make up rappresentano fattori che possono concorrere allo sviluppo dell’occhio secco. Gli oculisti esperti in questa malattia ricordano infatti che, nel caso della menopausa, questo è dovuto alle variazioni degli ormoni sessuali quali androgeni ed estrogeni. Mentre nel caso delle lenti, sono le donne a portarne con maggior frequenza rispetto agli uomini, ma la lente favorisce la secchezza ocupare in seguito al ristagno delle lacrime che viene a crearsi nello spazio tra la lente stessa e la superficie oculare, in particolare modo se sono morbide. Anche truccarsi le palpebre e le aree periocupari non fa che intensificare il rischio di alterazione del normale funzionamento del sistema lacrimale.
Diagnosi, cura e trattamento
Vi è una cura per la sindrome dell’occhio secco? Anzitutto occorre sottolineare che la diagnosi è clinica, attraverso un esame oculistico che consente di rilevare eventuali alterazioni della congiuntiva e del film lacrimale. Il test di Schirmer, effettuato utilizzando piccole strisce di carta assorbente posizionate sul margine palpebrale, consente invece di calcolare il quantitativo di lacrime prodotte in uno specifico periodo di tempo. Infine, il test di rottura del film lacrimale, è il metodo per ottenere una valutazione del film lacrimale di tipo qualitativo. Per quanto riguarda il trattamento, viene effettuato somministrando gel umettanti o lacrime artificiali; l’obiettivo è quello di attenuare i sintomi ripristinando, nel contempo, il film lacrimale. Fondamentale importanza riveste l’immediato intervento allo scopo di correggere le patologie di base, non solo oculistiche e le eventuali complicanze.